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Leggere, scrivere, emozionarsi. Lo spazio per chi, come noi, ama gli animali

Si chiama Casper

22 luglio 2013
Simona Busto (Storia vera di Serena Mearini, da "Confidenze tra amiche", numero 28, 2013)

Già da un po’ di tempo pensavamo di adottare un cane. Mai avremmo pensato di comprarlo, perché l’amore non si acquista in negozio.
La nostra cagnolina era morta due anni fa. Aveva avuto una vita lunga e serena, ma sentivamo ora il bisogno di colmare quel vuoto che lei aveva lasciato.
Così mio marito Alessandro e io ci mettemmo a cercare tra i molti annunci dei canili. Però l’adozione giusta sembrava tardare ad arrivare.
Avevamo sentito parlare della situazione delle perreras spagnole, luoghi terribili in cui randagi che non trovano adozione vengono soppressi. C’imbattemmo in un’associazione che ci sembrava promettente e iniziammo ad accarezzare l’idea di aiutare proprio uno di quegli sfortunati. ConFido in te pubblicava molti annunci sul blog e sulla pagina facebook. Li scorremmo uno ad uno.
All’improvviso due lunghe orecchie bianche sbucarono dal monitor del pc. Spalancai gli occhi e sentii uno strano nodo che mi stringeva la gola. Allora cercai lo sguardo di Alessandro e capii che anche lui stava provando la stessa emozione. Entrambi ci eravamo improvvisamente innamorati di quel piccolo essere candido, piccolo e dolce.
Si chiamava Casper e nella foto era tra la braccia della volontaria spagnola che si stava occupando di lui.
Non so dire esattamente cosa fosse stato a far accelerare i battiti del mio cuore, forse quelle meravigliose lunghe orecchie, forse il nasino metà rosa e metà marrone, forse lo sguardo intenso e dolce dei suoi occhi scuri, quel che sapevo per certo era che già sognavo di poterlo accarezzare e baciare. Era proprio lui, era il cane per noi, quello che avremmo amato incondizionatamente.
Decidemmo di contattare subito l’associazione, senza dire nulla ai nostri bambini. Non volevamo illuderli, poteva pur sempre capitare che qualcosa non andasse per il verso giusto.
E poi volevamo capire se Casper avrebbe potuto convivere con tre gatti e due bambini di 9 e 5 anni. L’appello diceva che era un Podenco, una razza che avevo sentito nominare, ma di cui non conoscevo le caratteristiche. Aveva uno sguardo dolce, ma dovevo essere sicura che non ci sarebbero stati problemi coi gatti e i bambini. Ci speravo con tutta me stessa. Per me era già parte della famiglia.
Le volontarie di ConFido in te risposero subito, tranquillizzandoci sul suo temperamento. Per email arrivò anche una bella foto di Casper con la testolina appoggiata alle spalle di un bimbo. Fu un’emozione vederlo in atteggiamenti così teneri.
Mi tremavano le mani mentre compilavo il questionario, così come mi tremava quasi la voce nel parlare al telefono con la presidente dell’associazione. Sapevo bene che la nostra famiglia era quella ideale per il piccolo, ma allo stesso tempo avevo paura di non riuscire a trasmettere questa mia certezza. In fondo per noi era come adottare un bambino.
Chiusi la conversazione con un grosso sospiro di sollievo: mancava solo la visita preaffido a casa nostra.
I giorni che mi separavano da quel colloquio furono interminabili. Pensavo solo a Casper e al momento in cui mi avrebbero finalmente detto: sì, è il tuo cane!
Quando aprii la porta alla volontaria sentivo il cuore che mi martellava nel petto. Ormai non potevo più rinunciare a lui, era già parte della nostra vita.
La persona che mi trovai di fronte fu cortese e gentile. Dopo qualche minuto mi rilassai, sentivo che tutto stava andando per il meglio.
E così fu: il giorno stesso mi fu comunicato che Casper avrebbe avuto una nuova casa, la nostra!
Ormai non restava altro che attendere il suo arrivo. I giorni continuavano a passare troppo lenti. Scrivevo alle volontarie quasi quotidianamente per sapere come stava il dolce cucciolo dal manto candido. Ormai c’eravamo quasi e non stavamo più nella pelle per l’entusiasmo e la felicità.
Poi arrivò una doccia gelata: Elisabetta, presidente di ConFido in te, mi chiamò dicendo che purtroppo Casper non sarebbe partito il giorno programmato per via di un intoppo burocratico. Sentivo il dispiacere nella sua voce e sapevo che lei teneva a Casper quanto noi. Allora mi feci forza, nonostante avessi un nodo in gola, e le dissi che lo avremmo aspettato. Lei ne fu sollevata e mi tranquillizzò sul viaggio successivo.
Contro le previsioni iniziali (il furgone sarebbe dovuto arrivare in provincia di Varese), Casper ci venne portato direttamente a casa. Purtroppo io non potei essere presente all’arrivo, perché in quel momento ero al lavoro.
Ma seguii il viaggio del principino come se fossi stata con lui in ogni momento. Soffrivo perché le volontarie mi dicevano che era disperato, piangeva e non voleva stare in gabbia. Mi sembrava di sentire il suo pianto durante il lungo viaggio, era come se fossi stata lì ad ascoltarlo, e il cuore mi si spezzava.
Mi assicurarono che Dan, l’autista inglese che lo stava portando fino alla nostra casa, si stava impegnando in ogni maniera per consolarlo durante il lungo viaggio dalla Spagna. Credo che lui stesso se ne sia un po’ innamorato, e questo la dice lunga sul grande potere di seduzione che il nostro piccolino possiede. Non si può fare altro che amarlo. Casper è nato per essere amato.
Il giorno dell’arrivo tempestai Alessandro di telefonate. Stavo male all’idea di non poterci essere e volevo solo che l’attesa finisse, tutto quel che desideravo era vedere il mio dolce cucciolo, non potevo pensare ad altro.
Infine ecco il tanto atteso sms: Casper è arrivato, è qui con me, vedessi com’è bello…
Confesso che provai gelosia. Fu un momento di totale irrazionalità. Poi quella sciocca sensazione svanì, quando li vidi venirmi a prendere insieme al lavoro. Sembrava così piccolo e indifeso. Mi si avvicinò, scrutandomi coi suoi occhi bellissimi, senza traccia di diffidenza, nonostante per lui fossi una sconosciuta. Poi mi leccò il viso, senza mai togliermi gli occhi di dosso. E in quel momento arrivò anche il suo primo abbraccio. Sì, perché Casper non si limita a farti le feste, lui ti abbraccia totalmente con le zampe, come farebbe un essere umano.
Posso dire che non era come me lo immaginavo… era mille volte meglio!
La sua bellezza è quasi sovrannaturale, un po’ mi ricorda l’immagine di Anubi, la divinità egiziana.
E venne il momento di dare la notizia anche ai miei bambini. Alessandro e io andammo a prenderli a scuola insieme a Casper.
Vidi i loro occhi sgranarsi, si bloccarono per un attimo, poi ci corsero incontro ridendo.
In casa Casper era la nostra ombra, se per caso ci perdeva di vista si metteva immediatamente a piangere.
Alla sera si accomodò sul letto coi miei bimbi, il musetto appiccicato ai loro visi e comodamente appoggiato al cuscino. Da allora ha sempre dormito con loro, ogni sera.
Appena vede che i bambini si preparano per la nanna, lui si sdraia sul letto, le grandi orecchie tese verso l’alto, in attesa. Dopo qualche leccatina, si addormenta felice tra le loro braccia. Al mattino non si alza finché i miei figli non si svegliano.
La prima notte è stata impegnativa. Piangeva spesso. Alessandro e io ci alzavamo a turno per consolarlo, proprio come avremmo fatto con un bimbo. Dopo qualche carezza si riaddormentava.
Ora riposa sereno, ma non ha perso il desiderio di addormentarsi con qualcuno al suo fianco. E anche in questo ricorda tanto un bambino piccolo.
Il suo legame con tutti i membri della nostra famiglia è stato fortissimo da subito. Quando ci vede l’espressione dei suoi occhi cambia, capisci subito che è felice e che attendeva solo il momento di averti vicino.
Ha imparato immediatamente i primi comandi, anche al guinzaglio è educato e docile. Quando usciamo si accerta che nessuno sia rimasto indietro, altrimenti si blocca e non avanza finché ci siamo tutti.
E’ un cucciolo allegro, trasmette un’incontenibile gioia di vivere.
Mi stupisce vedere con quanta responsabilità e dedizione i miei bambini si occupino di Casper. Vederli giocare insieme è un’emozione che chi non ha cani non potrà mai comprendere.
Casper con loro è sorprendentemente delicato, mai irruente, sempre dolce e gentile.
In poche settimane è diventato una star. Tutti si fermano per guardarlo, complimentarsi con noi, coccolarlo e addirittura fotografarlo. Casper non è certo un cane che passi inosservato e altri come lui non si erano mai visti qui.
Il fornaio quando lo vede passare gli allunga sempre un pezzettino di pane. Davanti alla pizzeria Casper si ferma, in paziente attesa che il pizzaiolo si ricordi di dargli un pezzetto di ottimo prosciutto cotto.
A volte penso che Casper, il mio dolcissimo Casper, in Spagna avrebbe potuto avere una sorte ben diversa, ma scaccio in fretta l’idea. Ormai è qui con noi, che lo proteggeremo sempre. Perché lui non è solo un animale, ma in tutto e per tutto un membro della nostra famiglia.
C’era ancora una cosa che dovevo scoprire di lui però.
Dopo qualche giorno dal suo arrivo mi resi conto che non si voltava quando lo chiamavamo. Sulle prime pensammo che non riconoscesse ancora il suo nome. Magari la pronuncia spagnola era molto differente dalla nostra.
Una sera però notai che non mi era venuto incontro al rientro dal lavoro, ma era rimasto a giocare, senza accorgersi di me. E non mi notò finché non lo toccai.
A quel punto mi sorse il dubbio che Casper non sentisse. La conferma arrivò quando partecipammo a una festa di bambini. Il nostro piccino restava impassibile anche di fronte agli scoppi dei palloncini.
Allora avvisammo le volontarie dell’associazione. Loro chiesero subito alla ragazza spagnola se avesse mai avuto dei sospetti, ma lei fu sconvolta dall’apprendere i nostri dubbi. Ci spiegarono che non si era accorta di nulla, ma non è facile notare una cosa del genere quando hai altri cani in casa. I cuccioli, in particolare, imitano i cani più anziani in tutto. Irene, la volontaria spagnola, aveva visto Casper assumere atteggiamenti tipici di chi ascolti, ma probabilmente lo faceva solo come riflesso al comportamento degli altri cani.
Corremmo dal veterinario, che ci confermò quanto ormai avevamo già capito: il nostro adorato Casper era sordo.
Questa scoperta non ha minimamente mutato l’amore che proviamo nei suo confronti. Nulla potrà scalfire questo enorme sentimento. Casper è speciale e lo resterà per sempre.
Può essere felice anche se non sente. Capisce già molto bene le nostre espressioni e i nostri gesti. Ha imparato a sedersi e star fermo su richiesta meglio di qualsiasi altro cane.
Non ha nulla in meno degli altri cani, anzi la sua natura tenera e affettuosa e la sua intelligenza gli danno sicuramente qualcosa in più.
Stiamo lavorando molto insieme. Impariamo forse più di quello che insegniamo e questo ci sta permettendo di costruire con Casper un legame meraviglioso e unico, fatto di amore e complicità.
Vivere con Casper è un’esperienza magnifica. Come potremmo rinunciare a vederlo mentre mordicchia dolcemente i pantaloni dei bambini per invitarli a correre insieme a lui?
Lui non è un cane “difettoso”, non è un giocattolo rotto, ma un amorevole dolce cagnolino. Merita amore come qualsiasi altro essere vivente, forse di più, perché Casper è speciale.
Io ringrazio chi ha fatto in modo che incontrassimo questo meraviglioso angelo, ringrazio tutte le volontarie che si sono prese cura di lui, salvandolo da un triste destino, ringrazio Dan per essersi amorevolmente occupato di lui, e ringrazio soprattutto il nostro piccolo Casper, che ha saputo rendere meravigliosa la nostra vita.