Home / ioleggoconjoy / pillole d'autore / Heartland – Un maestro misterioso

Leggere, scrivere, emozionarsi. Lo spazio per chi, come noi, ama gli animali

Heartland – Un maestro misterioso

6 giugno 2014
“Heartland – Un maestro misterioso”, di Lauren Brooke, ed. Einaudi, 2011

Il cavallo si lanciò in avanti, la lunga coda bianca che fluttuava nel vento. Amy lo guardava col fiato sospeso, mentre gli zoccoli rimbombavano sul terreno. Il cavaliere manteneva l’assetto con naturalezza, come fosse tutt’uno con l’animale mentre questi passava dal canter al galoppo. Dopo un breve tratto rallentò di nuovo, dolcemente, tornando al piccolo galoppo e poi al trotto.

Il cavallo alzò la testa con un gesto fiero: era magnifico. Il volto dell’uomo appariva sereno. Non c’erano redini né sella tra loro: un evidente rispetto reciproco era l’unica cosa che li univa, una relazione estremamente intima e naturale.

Amy era commossa. Sapeva perfettamente fino a che punto può spingersi il legame fra esseri umani e cavalli, ma non aveva mai visto niente di altrettanto intenso: il cavallo rispondeva con prontezza a ogni minimo spostamento di peso dell’indiano. Appoggiata alla recinzione del tondino di addestramento, li guardò avvicinarsi con un sorriso. L’espressione dell’uomo mutò appena: un lampo gli attraversò gli occhi mentre scendeva a terra con un movimento leggero.

(…)

Huten uscì dal recinto seguito dal suo cavallo pezzato e si avviò lungo il sentiero di terra battuta, sul fianco della collina ormai in ombra.

«È stato fantastico vederla cavalcare,» disse Amy. «Lavora in un modo davvero speciale.»

Il vecchio indiano sorrise leggermente. «È Albatross che è speciale,» rispose accarezzando il collo all’animale. «Dicevano che era un cavallo selvaggio, ma non lo è affatto. È solo che sa quello che vuole, e non ha molto rispetto per la maggior parte della gente.»

«La mamma diceva sempre che non esistono cavalli selvaggi.»

«E aveva ragione. La maggior parte dei cavalli non deve essere forzata: se un cavallo non vuole fare qualcosa, di solito ha degli ottimi motivi.»

Amy annuì. Quello era un altro dei principi che la madre le aveva insegnato. Ma non ne aveva visti molti di cavalli come Albatross, che rispondessero così prontamente ai comandi senza né sella né briglie. Vide che il cavallo sbuffava per allontanare le mosche che lo infastidivano e ne scacciò qualcuna anche lei, per poi grattarlo sul collo. Certo, doveva essere un cavallo molto speciale, ma sospettava che il suo comportamento e la sua fiducia nei confronti dell’uomo avessero molto a che fare con il modo in cui Huten lo aveva avvicinato e con il legame che si era stabilito fra i due.


--------


-Simona Busto-