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In famiglia mi hanno sempre descritta come una bambina silenziosa e molto paurosa. Un po’ me lo ricordo anch’io quel panico immotivato fosse anche per una semplice carota. Non ho parlato fino a quasi tre anni e solo per esprimermi con un linguaggio incomprensibile a tutti, e sono sicura che, se fossi nata oggi, verrei sicuramente annoverata dagli specialisti fra i casi al limite dell’autismo. Questa mia difficoltà di comunicazione ebbe però una svolta imprevista nell'incontro con la lupa del tabaccaio sotto casa. Un pomeriggio ero a spasso con mia madre quando, all’improvviso, l’enorme Pastore Tedesco lasciò la soglia del negozio e mi si avvicinò. Libero. Ricordo tutto nel dettaglio di quell’attimo magico che mi spalancò di colpo una finestra nell’anima mai più chiusa: spinta da un’attrazione irrefrenabile, buttai letteralmente le braccia al collo di quell’animale truce e maestoso sotto gli occhi increduli e terrorizzati di mia mamma. Dovetti alzarle le braccia, dunque immaginate quanto ero piccina. Immersi la faccia nel suo collo (risento ancora la carezza del pelo sulle guance, il suo odore) poi mi staccai e la guardai negli occhi. Iniziò con quella lupa la consapevolezza straordinaria del dono impagabile di una comunicazione che non ha bisogno di parole. Una comunicazione epidermica, archetipica, essenziale, istintiva, unica perché fra specie diverse e senza pregiudizi. Ogni volta che ci incontravamo, la lupa mi si affiancava protettiva, materna, complice. Si lasciava abbracciare e mi ascoltava “parlare”. È stato quell’abbraccio alla lupa a farmi piangere poi allo zoo o al circo alla vista degli animali privati della loro libertà, a farmi soccorrere uccellini caduti dal nido, gatti feriti e, nel tempo, a impegnarmi per i diritti degli animali, ma, soprattutto, a non poter fare a meno dell’indispensabile, complementare e terapeutica vicinanza di un cane. Ne ho avuti tanti e per ciascuno di loro provo una profonda gratitudine. Dai miei cani ho imparato il significato di accoglienza attesa perdono pietà rispetto senso di appartenenza ascolto dignità compassione umiltà fiducia coraggio empatia dedizione alleanza affettiva. Ho imparato il significato dell’amore. Anni fa in un libro ho scritto che, fra tutti gli animali, il cane dev’essere stato creato da Dio per farci capire cos’è l’Amore assoluto. È quello che ancora mi piace credere. E allo speciale che troverete nelle prossime pagine dedicato a questo insostituibile compagno di vita, vorrei aggiungere il fondamentale consiglio che mi diede un grande veterinario: «È facilissimo educare un cane! Basta capire che, pur di renderti felice, fa qualunque cosa gli chiedi».
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