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Una vera Pasqua cristiana si può festeggiare senza la mattanza degli agnelli

16 aprile 2014
Una vera Pasqua cristiana si può festeggiare senza la mattanza degli agnelli
di Oscar Grazioli (da: Tiscali Socialnews)

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo abbi pietà di noi. In realtà, proprio in questa settimana, anche se noi non siamo in grado di togliere i peccati del mondo come lui, dovremmo essere noi ad averne pietà. Ogni anno, per Pasqua, in virtù di una tradizione che solo apparentemente affonda le radici nelle religioni, vengono macellati milioni di agnelli. Per la verità, quest’anno per la prima volta pare che questo antico rito subisca una netta flessione.

Mentre la Pasqua, nella credenza cristiana, festeggia la resurrezione del Cristo, per gli ebrei essa ricorda la liberazione del popolo giudeo dalla schiavitù egizia, quando l’angelo inviato da Dio evitò di colpire i primogeniti di chi aveva segnato la propria abitazione con il sangue dell’agnello immolato. Ecco dunque la comparsa dell’agnello che ritroviamo stranamente nella tradizione cristiana, immolato (e sgozzato) per volere del Buon Pastore.

In realtà non vi è nessuna traccia di questo volere da parte di Gesù, anzi la letteratura cristiana è chiara sul fatto che le persone di alta spiritualità, come il Cristo, non mangiavano carne  e men che meno si sarebbero recate al tempio per il rito tutto ebraico d’immolare l’agnello, per di più davanti a quei sacerdoti combattuti più volte con la parola e l'esempio, quei farisei che, complice la ragion di stato romana,  lo condannarono sulla croce. Cristo caccia i falsi sacerdoti dal Tempio e libera colombe, guarisce gli ammalati, perdona le prostitute e, durante la sua vita terrena, mostra sempre l’immagine di un uomo (e forse di un Dio) misericordioso che evita spargimenti di sangue e che rispetta gli esseri del creato.

Meglio quindi affidarsi, per la gola, ai riti sicuramente pagani dell’uovo, della cioccolata e della colomba. Se l’uovo di cioccolata è un’invenzione moderna, l’uovo decorato, come simbolo di fertilità, di primavera e di rinascita è presente nelle ritualità di tutto il mondo. Nel paganesimo di molte antiche culture il Cielo e la Terra erano due metà di uno stesso uovo. Greci, Cinesi e Persiani si scambiavano le uova come dono per le feste Primaverili, mentre, nell’antico Egitto, le uova decorate segnavano l’arrivo del nuovo anno che coincideva con la primavera.

Michela Vittoria Brambilla, la pasionaria animalista ex ministro del turismo, ha presentato una proposta di legge che vieta la macellazione e la commercializzazione, ai fini alimentari, di animali inferiori ai sei mesi di età. Questa proposta, nella utopistica ipotesi diventasse legge, in realtà non risparmierebbe la vita agli animali, ma ne ritarderebbe la morte. Agnelli, maialini, vitelli da latte, capretti dovrebbero attendere qualche mese per finire sotto la mannaia e, siccome il popolo italiano è abituato troppo bene (filetti, solo quarti posteriori, carni pallide e tenerissime ecc.), c’è da scommettere che la Brambilla conti su una netta flessione dei consumi, rispetto a carni più datate, e più coriacee.

Dal punto di vista teorico, etico e filosofico, credo che uccidere, a fini alimentari, un agnello di due mesi o un agnellone di otto, un vitello da latte o un manzo di due quintali, non faccia una grande differenza, ma, a questo punto, m’incuriosice sapere cosa ne pensano i lettori, ad eccezione dei pastori. Quelli so già come la pensano.